La Chiesa di San Lorenzo

CENNI STORICI.

Nuvolera (in lat. Nebulariae, in dial. Nigolera) – Comune tra Mazzano e Nuvolento, da cui dista 2 km, a m. 167 s.l.m., sulla Strada Provinciale 116 che collega Brescia a Salò. Distante da Brescia km 14, ha una superficie comunale di kmq 12,66. Il centro si estende poco a sud dello sbocco della piana del Chiese sotto la valletta del rio Giava. L’abitato è a pianta raccolta, ai piedi delle pendici boscose sud-orientali del Monte Cavallo. Tra le frazioni sono da ricordare: Camprelle, Sorzana, Molvina e Campagna.
La zona pedemontana ha abitatori fin dai tempi preistorici. Strumenti litici e materiali ceramici risalenti alla civiltà Polada furono rinvenuti nel 1956 nella caverna nota come Buco d’Ernesto e sono ora conservati nel Museo di Scienze Naturali di Brescia. La struttura di pietre disposte in forma di cerchio sulla cima del Monte Cavallo, nota in dialetto con il nome di Sercol, fa presagire la presenza di un luogo destinato al culto del sole.
Tra il VI e V secolo a.C. il territorio di Nuvolera viene occupato da tribù di origine celtica soppiantate poi dai Galli Cenomani che si stabiliscono stabilmente nella valle ricca di sorgenti e protetta dai colli. Tali popolazioni sono sottomesse dai Romani che abbandonano la strada montana dei Cenomani per aprire un nuovo percorso in pianura collegato con la Via Emilia. Di origine latina è il nome della prima frazione che si incontra provenendo da Brescia. Camprelle deriva, infatti, dal nome del legionario Campra che ricevette dall’imperatore i terreni della zona come ricompensa per le battaglie combattute in Gallia. Iscrizioni romane dedicate a Giove, a Marte e alle matrone furono rinvenute durante alcuni scavi negli anni Trenta del Novecento.
Il crollo dell’Impero Romano coincide con l’avvento del Cristianesimo. Nuvolera è diaconia della Pieve di Nuvolento, sorta sui ruderi nell’antica mansione romana. Qui si dispensa la parola di Dio, vengono amministrati i sacramenti e si provvede ad attuare opere di carità verso i più deboli. Per l’assistenza non solo religiosa, ma anche economico-sociale della popolazione si stanzia intorno ai secoli V e VI una piccola comunità monastica, che guida i coloni del luogo in opere di bonifica che procurano al territorio l’aggettivo di novus (nuovo), da cui Nuvolera. Documenti antichi accennano l’esistenza di una chiesa dedicata a Sant’Eusebio presso la località Patuzza, di cui non si ha alcuna traccia. La gestione della cappella e dei terreni circostanti viene affidata almeno fin dal secolo X al monastero di S. Pietro in Monte Orsino di Serle.
Le terre incolte fanno parte del demanio pubblico e vengono assegnate dagli ultimi sovrani longobardi Desiderio, Ansa e Adelchi al monastero di San Salvatore (poi Santa Giulia) di Brescia. La villa Trotti (ex-Porta) che sorge a fianco della chiesa è citata negli atti del 905-906 come sede di un gineceo gestito dalle monache dove le donne del luogo tessevano la lana per confezionare i paramenti sacri o si dedicavano all’arte del ricamo. La tradizione popolare racconta che presso il monastero nuvolerese soggiornò Ermengarda delusa dal ripudio di Carlo Magno.
Nel Medioevo le terre di Nuvolera sono divise tra il Monastero di Serle e quello di Santa Giulia anche se il primo va aumentando la sua preminenza nel territorio acquisendo possedimenti in Camprelle, Sorzana, Molvina e Campagna. Il Monastero di Santa Giulia affida le sue terre a vassalli quali i Calchera, i Confalonieri e ad altri signorotti locali. Nel frattempo si rafforza il comune formato da lavoratori della terra che gradualmente diventano piccoli proprietari di appezzamenti strappati all’incolto. Il primo documento ufficiale che attesta l’esistenza della comunità di Nuvolera risale al 7 maggio 1176 quando i due sindaci Malvezatus e Johannes Ottonis accettano l’arbitrato che da ragione al monastero e al comune di Serle per la proprietà e l’uso del Monte Dragone. Le lunghe lotte con il comune e i vari feudatari riescono a togliere la preminenza del monastero che a partire dal XIV secolo vive una lenta, ma inesorabile decadenza.
Può così svilupparsi la Parrocchia che acquista totale indipendenza dalla Pieve di Nuvolento. Nel 1423 con testamento del nobile Pachetto de Rozzonibus di Brescia viene costituita la Cappellania della Beata Vergine delle Consolazioni legata alla primitiva chiesa di San Lorenzo Martire. Nel 1566 il Vescovo Bollani, giunto in visita pastorale, ordina di ricostruire la chiesa perché pericolante. Di quell’edificio rimane ancora oggi il campanile. Nel XVI secolo nascono le Confraternite del Santissimo Sacramento e del Santo Rosario che gestiscono rispettivamente il Monte delle Biade e il Monte di Pietà, una forma anticipatrice di previdenza e credito.
Dal 1426 il territorio bresciano è soggetto alla Repubblica di Venezia. Il podestà di Brescia Giovanni da Lezze annota nel suo Catastico della città di Brescia et suo territorio del 1610 che Nuvolera conta ottocento abitanti, duecentocinquanta famiglie, mille piò di boschi, un mulino comunale, mille soldi di bilancio, sessanta paia di buoi, venti cavalli da tiro e trenta carri . Nove sono le famiglie nobiliari che qui trascorrono la villeggiatura estiva: i Confalonieri, i Porcellaga, i Rodengo, i Rozzoni, i Gambara, i Bargnani, i Soldo , i Confalonieri, i Lana e i Folli. Quattro sono le famiglie contadine più importanti: gli Usanza, gli Alberti, gli Zanardi e i Perugini. La maggior parte della popolazione è costituita da «poveri che si sostengono nei boschi nel fare calcine e tagliar legnami». Il personaggio di maggior rilievo di questo periodo è il rettore Giovan Battista Bonfadini (morto il 12 aprile 1657) che nel suo testamento lascia tutti i suoi beni al Comune per il sostentamento del curato, sollevando così la popolazione da tale spesa. Nel 1670 il Vescovo di Brescia Marino Giorgi consacra la nuova parrocchiale. A testimonianza di tale evento è stata ritrovata nel 2011, durante  i lavori di riqualificazione dell’area pavimentale antistante la Chiesa del Suffragio, una lapide con iscrizione in latino.
Il XVIII secolo si apre con la consacrazione da parte del Vescovo di Brescia, il cardinale Giovanni Badoer, dell’Oratorio della Beata Vergine Annunciata in località Camprelle fatto erigere per volontà del Nobile Bernardino Trobioli. Nel 1747 un’epidemia di peste bovina rischia di danneggiare l’economia locale basata essenzialmente sull’agricoltura. Gli abitanti di Nuvolera ricorrono così alla Beata Vergine di Loreto venerata nel Santuario di San Rocco dalla quale ottengono totale preservazione. Anche in località Sorzana viene eretto un piccolo Oratorio intitolato a San Filippo Neri all’interno della Villa ex- Albertini, un tempo di proprietà della famiglia Maggi. Il Settecento termina con l’edificazione della nuova chiesa parrocchiale i cui lavori, iniziati nel 1766, si concludono nel 1786 con il ciclo pittorico di Pietro Scalvini. Nel 1796 Nuvolera viene occupata dalle truppe del generale austriaco Würmser che si scontrano con l’esercito francese di Napoleone come testimonia un ex-voto conservato nel Santuario di San Rocco.
Per creare una strada adatta alle Processioni viene costruita nel 1819 la «Via Nuova» lunga 288 metri, fiancheggiante il Rudone e abbellita con carpini e siepi. I moti insurrezionali del 1848 accendono gli animi anche dei nuvoleresi. Il feroce generale austriaco Haynau impone ingenti tasse alle comunità del bresciano come misura punitiva per l’insurrezione nelle celebri Dieci Giornate. Nuvolera paga solo le prime rate poiché l’Arciprete Michelangelo Comparoni riesce a ottenere il condono di tutto il resto. Nel frattempo il Sig. Bernardino Perugini, Segretario comunale e il Sig. Giacomo Agnelli, assessore, sono arrestati sotto la legge marziale 1849 e posti sotto consiglio di guerra. Grazie all’intervento del parroco i due hanno salva la vita. Notevole importanza acquista la trattoria La Scaiola, di proprietà comunale e posseduta dal 1846 dalla famiglia Braga, dove sosta il generale Garibaldi. Da qui partono alcuni carri in soccorso dei feriti della cruenta battaglia di San Martino del 24 giugno 1859. Nell’epopea risorgimentale si distingue il maggiore Luigi Soldo (Nuvolera 1820-Genova 1874) che viene citato da Garibaldi nell’ordine del giorno 2 ottobre 1860 per il valore dimostrato nella battaglia del Volturno. Alla sua memoria viene dedicato un medaglione con effigie in bronzo dello scultore Luigi Contratti sulla facciata del Municipio. Alla cerimonia di inaugurazione, svoltasi il 29 ottobre 1911, l’oratore ufficiale, l’avvocato e senatore Ugo da Como, pronuncia un discorso accorato. Di seguito viene riportato un breve estratto: «Luigi Soldo ebbe la fortuna di vivere in una età che fu agitata da un grande ideale, legata da un giuramento solenne, sospinta da aspirazioni altissime: l’aver cooperato ad una impresa, fra le più mirabili nelle istorie dei popoli, eleva l’azione anche dei militi più modesti ed illumina di luce maggiore quella di lui, che fu tra i primi». Nel 1870 la cura delle anime della frazione di Molvina passa alla Parrocchia di Botticino Mattina. Segno di progresso è il tram a vapore nel 1881, che sosta alla Scaiola, e la costruzione del primo acquedotto nel 1890.
Nel 1908 si costituisce su iniziativa del Professor Andrea Perugini e del parroco Bartolomeo Colosio una commissione con il compito di realizzare un Asilo per l’infanzia. La struttura viene inaugurata il 29 ottobre del 1911. Intensa è negli anni 1912-1914 l’attività del curato Giovanni Battista Zuaboni, fondatore dell’Istituto Pro Famiglia e venerato come Servo di Dio, che apre una scuola serale gratuita per gli adulti, costruisce il primo oratorio chiamato Giovine Nuvolera, istituisce una filodrammatica e costituisce la Società Operaia a sostegno del nascente proletariato. L’otto settembre 1913 celebra la sua prima messa il giovane frate francescano Venanzio Francesco Filippini che diventerà nel 1933 vescovo di Mogadiscio in Somalia dove rimarrà fino al 1970 realizzando scuole, orfanatrofi e fabbriche. Nel 1915 scoppia la Prima Guerra Mondiale che si conclude nel 1918. Il 5 novembre 1922 viene inaugurato il Monumento in ricordo dei quarantadue caduti nuvoleresi a firma dell’Architetto Angelo Albertini con un’epigrafe dettata dal poeta Giovanni Bertacchi. Nell’immediato dopoguerra è intensa l’attività socialista,  frenata dall’avvento del Fascismo che si abbandona a rappresaglie contro la privativa di Ermolao e Alghisio Bottarelli e contro il parroco al quale somministrano una forte dose di olio di ricino, beffeggiandolo sconciamente. Il 7 novembre 1927 viene inaugurato il Parco della Rimembranza nello spiazzo antistante l’entrata del cimitero. Nel 1932 la nobile signora Pierina Tondo vedova Gaggia lascia la sua villa alla congregazione delle Suore Francescane del Cuore Immacolato di Maria che già dal 1929 curano l’educazione dei piccoli ospiti dell’Asilo infantile. Il convento sarà attivo fino al 2000 quando verrà venduto a privati. Il 18 novembre 1934 viene aperto il nuovo acquedotto su progetto offerto gratuitamente dall’ingegnere Umberto Bono mentre nel 1937 viene fondata la Banda musicale, intitolata nel 1957 alla memoria di uno dei fondatori Giuseppe Sgotti, morto tragicamente sul lavoro. Per congiungere Nuvolera con Botticino Mattina attraverso Molvina nell’ottobre-novembre 1940 viene costruita una strada dai genieri del XII battaglione motorizzato 4° Genio. Il 1940 segna anche l’inizio della Seconda Guerra Mondiale che si conclude nel 1945. I caduti nuvoleresi sono quarantasei oltre al partigiano Alghisio Bottarelli e al ragionier Mario Barbieri, freddato sull’uscio di casa per mano dei tedeschi.
Le amministrazioni democratiche insediatesi dal 1945 compiono sforzi per riattare la sede stradale, ampliare il cimitero e ristrutturare l’edificio delle scuole rurali nella frazione Campagna. Nascono le Acli e la Cooperativa della famiglia. Nel 1956 i fratelli Beniamino, Severino e Francesco Porta lasciano i loro beni per la fondazione di una Casa di Riposo per anziani che viene successivamente intitolata alla loro memoria. Sul finire degli anni Cinquanta apre i battenti la nuova Scuola Elementare ubicata nella Piazza Generale Soldo. Nel 1962 la sede del vecchio asilo viene trasferita in un nuovo edificio in Via Camprelle. L’Istituto acquista lo stato di Ente Morale e nel 1982 è intitolata al ricordo di Papa Giovanni XXIII. Esemplare per spirito e zelo la presenza dal 1964 al 1978 del parroco don Lorenzo Bulgarini il cui Diario Spirituale, pubblicato postumo, rivela l’alta spiritualità sacerdotale di un pastore dedito alla carità dei più bisognosi. Nel 1970 viene progettata la Via dei Marmi per sollevare il centro dal traffico dei camion. Nel 1982 viene costruito sul territorio di Nuvolento il nuovo edificio della Scuola Media Salvatore Quasimodo che serve anche Nuvolera e Paitone. Intensa, oltre che meritoria, l’opera del Gruppo Alpini che nel 1986 su un’area di 5000 mq lungo le pendici del Monte Cavallo costruirono la loro sede attorniata da un anfiteatro e da un parco lussureggiante inaugurato nel maggio 1990. Nel giugno 1986 l’Associazione Mutilati e Invalidi del lavoro (ANMIL) dedica ai suoi caduti un monumento in marmo di Botticino opera dello scultore Gino Ghioni. Sul finire degli anni ’80 viene realizzato, con la costruzione della palestra, il nuovo polo sportivo che verrà successivamente ampliato con la realizzazione di campi da tennis e di un bocciodromo coperto.
Recentemente Nuvolera ha conosciuto una notevole espansione demografica favorita dalla realizzazione del nuovo quartiere La Famiglia. Opere recenti sono l’Asilo comunale Piccolo Principe in Via Paolo VI e la nuova Scuola Elementare in Via Camprelle intitolata alla memoria del Beato Papa Giovanni Paolo II. Fiorente è ancora l’agricoltura e l’allevamento del bestiame anche se l’attività principale rimane quella dell’escavazione del marmo e della sua lavorazione nei numerosi cantieri sorti nell’area industriale di Via Scaiola.

BENI ARTISTICO-CULTURALI.

Chiesa Parrocchiale San Lorenzo Martire – La fabbrica della chiesa parrocchiale prende avvio nel 1766 su impulso del parroco don Bartolomeo Barboglio. Il progetto è attribuito a Gaspare Turbini, sebbene non manchino rimandi anche all’ambiente del Corbellini, che realizza un impianto a navata unica suddiviso in tre campate nelle quali trovano posto gli altari laterali. L’opera viene conclusa verso la fine del Settecento con il ciclo pittorico di Pietro Scalvini che rappresenta l’Apoteosi di San Lorenzo nella volta centrale e l’Assunzione della Vergine sulla cupola del presbiterio. I pennacchi della volta centrale rappresentano i quattro evangelisti mentre in quelli della volta del presbiterio trovano posto le quattro virtù cardinali. Sempre dello Scalvini è l’affresco della sacrestia con il Trionfo della Chiesa. Qui è conservato anche un dipinto di Luca Mombello, allievo del Moretto, il cui soggetto è l’incoronazione della Madonna. La pala dell’altare maggiore, appartenente alla chiesa precedente e raffigurante il martirio di San Lorenzo, è opera pregevole che Francesco Giugno dipinse nel 1609. Nell’Ottocento vengono realizzati la bussola, l’affresco soprastante del Teosa e i confessionali. Nel 1882 è pronto il nuovo organo della ditta Inzoli di Crema. L’edificio è stato recentemente restaurato su impulso del parroco don Giuseppe Luciano Salvi.

Chiesa del Suffragio – Sorge a fianco della chiesa parrocchiale e venne realizzata nel XVII secolo. Il Vescovo di Brescia Gabrio Maria Nava la definì «bellissimo cimitero in forma di altra chiesa». L’interno è articolato in tre navatelle divise in tre campate. La chiesetta è nota con l’appellativo dialettale di Semetere (cimitero). Al di sotto del pavimento si trovano, infatti, nove camere mortuarie destinate un tempo alla sepoltura. Gli affreschi di Pietro Scalvini rappresentano la parusia con il Cristo crucifero circondato da angeli. Lo Scalvini è anche autore della tempera eseguita come pala d’altare, raffigurante la Vergine Maria che intercede per le anime del Purgatorio.

Cappella di Palazzo Franzini – All’interno del parco di Villa Franzini sorge un’antica struttura medievale nota con il nome di Bastia. L’edificio, un tempo antica fortificazione militare, è stato recentemente adibito a cappella privata, ma i lacerti di affresco conservati al suo interno rappresentano la Caccia al cervo e sono ascrivibili, artisticamente, al Gotico Internazionale che fiorì in Europa tra la fine del Trecento e la prima metà del XV secolo. Le scene, leggibili solo parzialmente rappresentano dei segugi e degli zoccoli ungulati. Molto probabilmente l’ambiente era un casino di caccia in cui era narrato con il linguaggio dei colori uno dei passatempi preferiti dei nobili dell’epoca.

Cappella di San Francesco – La cappella viene realizzata sul finire degli anni Trenta nella Villa ex-Gaggia divenuta convento delle Suore Francescane. L’interno è ad aula unica ed è stato sottoposto a recente restauro dalla famiglia Lorandi che ha acquistato la proprietà del convento. L’altare è sormontato da una tempera opera del pittore R. Pancrazi che raffigura San Francesco d’Assisi che abbraccia il crocifisso.

Oratorio della Beata Vergine Annunciata – Viene eretto nel 1710 dal conte Bernardino Trobioli sul confine meridionale della sua proprietà, ora Villa Bianco-Speroni in località Camprelle. Di notevole valore è la pala d’altare opera di Ferdinando Cairo, allievo del Tiziano, che rappresenta l’Annunciazione della Vergine da parte dell’Arcangelo Gabriele. La cappella viene benedetta dal Vescovo di Brescia il Cardinale Giovanni Badoer con una sfarzosa cerimonia presenziata dai conti Achille e Giovanni Avogadro. Nel 1855 gli abitanti della contrada ricorrono alla Vergine con un voto per scongiurare l’epidemia di colera. Il tempietto viene riaperto al culto nel 1895 dai coniugi Pietro e Clotilde Sauda. Recente è il restauro operato dagli attuali proprietari.
Santuario di Santa Maria di Loreto in San Rocco – La struttura originaria di questo edificio sacro risale con buona probabilità alla fine del XV secolo anche se viene citato per la prima volta nella visita pastorale del Vescovo Domenico Bollani del 1566. Il sacello, dedicato a San Rocco, viene utilizzato come piccolo lazzaretto per isolare i malati di peste. La struttura attuale risale al 1690, anno in cui l’edificio viene ampliato e intitolato alla Vergine di Loreto, rappresentata in un’anonima tela posta come pala d’altare. Di pregevole fattura è il paliotto che raffigura nell’intarsio centrale la Santa Casa e la Madonna con il bambino. L’interno è ad aula unica con volta a botte e si conclude con il presbiterio, sempre voltato a botte, e arricchito da una pregevole decorazione in stucco. Il soffitto centrale è decorato con una tempera raffigurante l’incoronazione della Vergine, mentre sulla volta del presbiterio trova posto l’episodio della nascita di Maria. Tra le tele che adornano le pareti meritano attenzione i riquadri con i misteri del Santo Rosario e due ex voto che ricordano lo scontro tra soldati austriaci e francesi del 1796 e il ringraziamento fatto alla Vergine per la scampata epidemia bovina del 1747. Il portone d’ingresso a due battenti è stato intagliato dall’artista locale Emilio Lorandi.

Chiesa della Beata Vergine – Il piccolo sacello dalla facciata rustica con pietre a vista sorge a 285 metri di altitudine nella contrada Molvina tra la Valverde di Rezzato e la Valle di Nuvolera. Viene costruito nel 1596 dal cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano Mario Bornati, tornato incolume dalla Battaglia di Lepanto. L’interno è semplice e disadorno.

Antico mulino – Sorge sulla sponda destra del Rudone Abate e il primo documento ufficiale in cui viene citato risale al 1471. Il testo riporta la controversia tra la famiglia Gobbini, allora proprietaria della macina, e i frati di Nuvolento per l’uso delle acque del canale. Questi, infatti, erano proprietari di un altro mulino e facevano deviare l’acqua del Rudone prima che potesse raggiungere Nuvolera. Il 3 settembre 1471 il doge di Venezia Pietro Morosini esamina presso il tribunale di Brescia la controversia dando ragione ai Gobbini che dovranno però versare ai frati «un libello di sette soldi da versare nella festa di San Martino di ogni anno». Il mulino, di proprietà della famiglia Benuzzi, è oggi in disuso.

BIBLIOGRAFIA:
• AAVV, La Parrocchiale di San Lorenzo Martire in Nuvolera, Stamperia Fratelli Geroldi, Brescia 1992;
• G. Maccarinelli, Nuvolera: corte di Santa Giulia, Euroteam, Nuvolera 2000.
• R. Bartoletti, Il Seicento e il Settecento in pittura a Nuvolera, Nadir, Ciliverghe 2006.
• Cfr. voce «Nuvolera» in Mons. A. Fappani (a cura di), Enciclopedia Bresciana, La Voce del Popolo, Brescia 2007, pp. 302-306.

Chiunque fosse interessato a dare un contributo per il restauro della Chiesa Parrocchiale può farlo mediante bonifico o tramite versamento sui seguenti conti correnti, intestati alla Parrocchia di Nuvolera:
- Conto corrente bancario n.° 3243 del Banco di Brescia, filiale di Nuvolera;
- Conto corrente bancario n.° 800333-83 della Banca BBC del Garda, filiale di Nuvolera.

San Lorenzo - Qualche scatto della nostra Chiesa

Clicca sull'immagine qui sotto per vedere un piccolo album di foto scattate in occasione della Festa del nostro Santo Patrono Lorenzo, il 10 agosto 2012.

Scatti della nostra Chiesa